Ho acquistato un pc usato e dopo 2 giorni mi sono accorto che è rotto. Esiste qualche tutela sull’usato?
Sì. L’usato ha le stesse garanzie previste per i prodotti nuovi se hai comprato in negozio (garanzia di due anni dall’acquisto salvo per le parti usurate dall’uso). Se hai comprato da privato hai solo la possibilità di far valere i vizi occulti che non ti sono stati comunicati al momento della vendita. Quindi, puoi chiedere la restituzione dei soldi entro cinque anni se dimostri il difetto originario del prodotto.
Domande correlate
- Ho comprato un prodotto rotto ma il negoziante non vuole sostituirlo perché sostiene che l’ho rotto io. Mi spetta la garanzia? Si. Entro i primi 12 mesi dall’acquisto, è il venditore a dover dimostrare che il guasto dipende dall’acquirente. Dopo, è quest’ultimo a dover provare che il guasto era preesistente all’acquisto.
- Se mi regalano una maglia e a me va stretta ho diritto a cambiarla entro 14 giorni? No. Il diritto di recesso vale solo per l’acquirente ed opera unicamente nelle vendite a distanza o avvenute fuori dal negozio (come su Internet).
- Vendi un telefono usato ma ti viene contestato che la batteria dura poco. Devi ridargli i soldi? No. Non si possono contestare i difetti dovuti all’usura del tempo. Se la cifra pagata non è rilevante, è inverosimile che l’acquirente intraprenda una causa che, peraltro, gli costerebbe più del telefono e sarebbe del tutto incerta.
- Ci sono tasse da pagare se vendi un oggetto usato? No. Se lo vendi a un prezzo uguale o inferiore a quello che avevi corrisposto all’atto dell’acquisto non devi dichiarare l’incasso. Infatti non fai alcun guadagno.Se però lo vendi a un prezzo più alto devi dichiarare la plusvalenza al fisco.
- Se compri un oggetto usato su Internet hai diritto alla garanzia? No. Questo però non toglie che se l’oggetto è guasto o non ha le qualità promesse, hai diritto alla restituzione dei soldi (o se si tratta di piccole imperfezioni, alla riduzione del prezzo già versato). Questo diritto può essere esercitato entro 10 anni.
- Ti hanno venduto un pc rotto. In assistenza non riescono ad aggiustarlo. Hai diritto al rimborso dei soldi? No. Se non sono passati due anni dall’acquisto il venditore ti deve dare un nuovo computer di pari valore. In mancanza, hai diritto alla restituzione dei soldi.
- Una multa che ti arriva dopo 91 giorni dall'infrazione è valida? Si. La multa deve arrivare entro massimo 90 giorni dall'infrazione, ma si considera la data di spedizione della raccomandata e non quella di ricevimento. Per cui, se ti arriva al 91mo giorno è verosimile che sia stata spedita qualche giorno prima e, dunque, in tempo.
- Mi spetta l'assegno di disoccupazione se, dopo essere licenziato, trovo un nuovo lavoro part-time? Si. Se si tratta di lavoro dipendente e il reddito non supera 8.000 euro annui, il lavoratore può continuare a percepire la Naspi. Per il reddito da lavoro autonomo invece il tetto è fissato a 5.000 euro annui. In tutti gli altri casi, la nuova assunzione determina la cessazione dell'assegno di disoccupazione.
- Puoi comunicare all'assicurazione un incidente dopo 10 giorni? Si. La legge indica un termine di 3 giorni anche se il contratto può prevedere un termine superiore. Tuttavia, secondo la giurisprudenza, l’eventuale ritardo non determinato da malafede e che non comporti un danno all’assicurazione non pregiudica il diritto al risarcimento.
- Hai comprato un pc dando la tua partita Iva. Si rompe dopo 15 mesi. Hai la garanzia? No. La garanzia per chi compra con fattura – e quindi non a titolo di “consumatore” ma di “professionista”, ossia per la propria attività lavorativa - dura un anno dal ricevimento del bene.
- Se rinnovi l'assicurazione dopo oltre 15 giorni, il rinnovo ha effetto retroattivo? No. Ha effetto solo dopo la mezzanotte del giorno del pagamento (salvo diverso patto con l'assicurazione). Quindi, eventuali incidenti nel frattempo intervenuti non saranno coperti dalla polizza.
- Esiste una norma che stabilisca il minimo salariale per i dipendenti? No. Non esiste ancora una legge nazionale seppur prevista dalla Comunità europea. In Italia però i minimi salariali già esistono e sono disciplinati dai vari contratti collettivi (CCNL) dei sindacati maggiormente rappresentativi. Questi prevedono la retribuzione minima per ogni specifica categoria di lavoratori.