Una volta date le dimissioni dal lavoro, si possono revocare?
Si. Ci sono sette giorni di tempo per revocare le dimissioni.
Domande correlate
- Si possono avere due contratti di lavoro part-time con lo stesso datore di lavoro? Si. Secondo il ministero del Lavoro e la Cassazione ciò è possibile a patto che le mansioni siano completamente diverse e vi sia un effettivo interesse dell’azienda.
- Si possono stendere panni, tovaglie e lenzuola dal balcone? Sì. A patto che: 1) non sia vietato dal regolamento di condominio o da un’ordinanza comunale; 2) non si invada il balcone del piano di sotto togliendogli luce e aria; 3) non si facciano cadere molliche di pane e briciole che potrebbero sporcare il balcone del vicino.
- Chi si dimette spontaneamente dal lavoro ha diritto alla Tfr? Sì. Il Tfr spetta a prescindere dalla causa di cessazione del lavoro.
- Se sei assente dal lavoro per malattia, puoi fare un secondo lavoro da casa? Sì. Tuttavia è necessario che il secondo lavoro: • non rallenti la guarigione; • non concerna un’attività in concorrenza con il primo lavoro.
- Il datore di lavoro può spiare il dipendente dopo che è uscito dal lavoro? Si. Il divieto di spiare i lavoratori vale solo dentro i cancelli dell’azienda. Dopodiché, è possibile incaricare un investigatore privato.
- Se ti assenti dal lavoro per depressione devi restare a casa per la visita fiscale? Si. Devi rispettare le fasce orarie di reperibilità. Tuttavia, al termine delle ore della reperibilità, il disturbo psichico non impedisce di svolgere altre attività "leggere" come una passeggiata.
- Esiste un limite di denaro che si può versare sul conto in un'unica volta? No. Tuttavia, se la somma non è riportata nella dichiarazione dei redditi e non viene validamente giustificata, l'Agenzia delle Entrate può presumere che si tratti di reddito “in nero". Spetterà a te difenderti e dimostrare il contrario.
- Se si commette un reato si può essere perdonati dal giudice? Si. Se il reato è punito con la reclusione nel massimo a non più di 5 anni e/o con una pena pecuniaria e il reo non è “abituale” (cioè non ha commesso più volte il reato) si ottiene l’archiviazione del procedimento penale. Ma ciò solo a patto che le conseguenze del reato vengano ritenute dal giudice “tenui”. È ciò che si definisce “particolare tenuità del fatto”.
- Con un contratto di lavoro a termine ci si può dimettere quando si vuole? No. Anche il dipendente, come il datore di lavoro, deve rispettare la scadenza del contratto, salvo sussista una giusta causa dipendente dal comportamento illecito del datore.
- Dopo solo una mensilità non pagata, il dipendente può dare le dimissioni e prendere la disoccupazione? No. Secondo la giurisprudenza, le dimissioni per giusta causa – che consentono di ottenere l’assegno di disoccupazione – possono essere date solo in presenza di un grave inadempimento, cosa che avviene quando non sono state pagate almeno due mensilità dello stipendio o quando lo stesso viene corrisposto con costante e protratto ritardo.
- Si può essere sfrattati dal padrone di casa per non aver pagato il condominio? Sì. A patto che il ritardo sia di oltre 60 giorni e l’importo non versato superi due canoni di affitto.
- Si può disconoscere la firma su un documento senza dover andare dal giudice? Sì. Deve essere l’altra parte, quella cioè che vuole avvalersi del documento, ad andare dal giudice per far accertare che la firma è davvero autentica. Per i rogiti dal notaio, vale invece la regola inversa: deve essere chi disconosce la firma a promuovere il giudizio (la cosiddetta «querela di falso»).