Un minore può essere responsabile per bullismo ai danni di un compagno di classe?
Si. Ma solo se ha compiuto 14 anni.
Domande correlate
- La scuola è responsabile per il bullismo commesso ai danni di un alunno? Si. Ma solo se il responsabile è minore di 18 anni.
- Si può denunciare un prof che strappa il compito in classe di un alunno umiliandolo davanti ai compagni? Si. Secondo la Cassazione, ogni gesto rivolto a umiliare un alunno rientra nel reato di "abuso dei mezzi di correzione", che scatta non solo in caso di violenza fisica ma anche psicologica. Se poi la condotta si inserisce in una serie di episodi ripetuti si ha il più grave reato di maltrattamenti.
- Un minore è responsabile per i reati commessi? Si. Ma solo se ha compiuto 14 anni. In tal caso può essere processato e condannato per un reato da lui commesso. I genitori non rispondono mai dei reati commessi dai figli ma sono tenuti a risarcire i conseguenti danni se il figlio ha meno di 18 anni.
- Una madre può impedire al compagno di riconoscere il figlio se non vuole mantenerlo? No. Tuttavia, se la madre ha riconosciuto per prima il figlio, il riconoscimento del padre non può avvenire senza il suo consenso. Tuttavia, il rifiuto del consenso non può essere immotivato: deve trovare ragioni di convenienza per l'interesse del bambino.In sostanza, la madre non può rifiutare immotivatamente il riconoscimento tardivo del padre.
- Un minore può comprare petardi di Capodanno? Si, ma solo se ha più di 14 anni.I petardi si distinguono in 3 categorie: categoria 1: quelli a rischio estremamente basso e di rumore trascurabile. Per l'utilizzo bisogna avere almeno 14 anni; categoria 2: quelli fino a 0,5 grammi di polvere M100, 1 grammo di polvere M80 oppure 6 grammi di polvere nera. Il rumore non deve superare i 120 decibel. Sono riservati ai maggiorenni; categoria 3: quelli fino a 10 g di polvere esplosiva. Il rumore non deve superare i 120 decibel. Per l'utilizzo, c'è bisogno del porto d'armi o del nullaosta rilasciato dal questore.
- Nel fascismo, il rispetto delle leggi ha imposto discriminazioni ai danni di larghe fasce di popolazione. La gente rispettava la legge ma così facendo commetteva crimini contro l'umanità. C'è oggi il pericolo che ciò possa teoricamente ripetersi? No. Oggi, esiste una Costituzione "rigida" che impedisce a qualsiasi governo o legislatore di adottare norme ingiuste e discriminatorie. Le stesse verrebbero infatti subito cancellate dalla Corte costituzionale. Ecco perché oggi il rischio di leggi formalmente valide ma sostanzialmente inique è astrattamente inesistente.
- Se una famiglia vuol trasferirsi ma il figlio minore no, può restare dove si trova (magari a casa di parenti)? No. Finché è minore, il figlio deve convivere coi genitori, salvo diversa loro autorizzazione.
- Se un dipendente rompe qualcosa in azienda il datore può chiedergli i danni? Si. Ma prima dovrà fargli una causa. Solo un giudice infatti può quantificare l'importo. Non può farlo unilateralmente il datore di lavoro. Dopo la condanna, il datore può compensare l’importo del risarcimento con la retribuzione anche oltre i limiti del quinto (che si applicano invece in caso di pignoramento dello stipendio).
- Il bullismo è un reato? No. Il bullismo non è un reato a sé ma può integrare una serie di altri reati come la diffamazione, le percosse, lo stalking, le lesioni, le molestie.
- La scuola può imporre a un maggiorenne di far firmare le giustificazioni ai genitori? No. È scritto espressamente nello statuto degli studenti.
- Chi subisce un cancro per danni da tabacco può fare causa alla casa produttrice delle sigarette? No. In Italia, la giurisprudenza ritiene che sia sufficiente l’avvertenza stampata sui pacchetti di sigarette per rendere edotto il consumatore dei danni alla salute che il tabacco può comportare. Sicché se questi, ciò nonostante, decide di fumare non può poi chiedere di essere risarcito.
- Il ristorante può far pagare la musica dal vivo ai clienti addebitandola sul conto? Si. Può farlo, ma solo a condizione che lo comunichi in anticipo al cliente, prima dell'ordinazione, in modo da consentirti di scegliere se aderire o meno alla proposta contrattuale.