Si può essere costretti a pagare due volte lo stesso debito se si perde la ricevuta di pagamento?
Si. Difatti la prova del pagamento spetta sempre al debitore. Ecco perché è sempre meglio usare forme di pagamento tracciabile, nel qual caso la prova è costituita proprio dalla movimentazione bancaria.
Domande correlate
- "Ripetizione dell'indebito" significa compiere due volte lo stesso reato? No. Nel mondo del diritto, “ripetizione” significa "restituzione". Pertanto, parlare di ripetizione dell'indebito significa discutere della restituzione di ciò che una persona ha ingiustificatamente ricevuto.
- Si può vendere una casa ricevuta in eredità se si è in maggioranza? No. Per la vendita di un bene in comunione ereditaria è necessario che vi sia l’unanimità di tutti i comproprietari. Chi vuol quindi liberarsi dalla propria quota può chiedere al tribunale di disporre la divisione forzata della comunione. In tal caso, se la divisione del bene non è possibile in natura, il tribunale procede alla sua vendita forzata e a dividere il ricavato tra gli eredi.
- Si possono avere due contratti di lavoro part-time con lo stesso datore di lavoro? Si. Secondo il ministero del Lavoro e la Cassazione ciò è possibile a patto che le mansioni siano completamente diverse e vi sia un effettivo interesse dell’azienda.
- Si può imporre a un no-vax di pagare le spese mediche se dovesse essere ricoverato? No. Una norma del genere sarebbe incostituzionale. La nostra Costituzione prevede il diritto all'assistenza sanitaria gratuita per tutti. Inoltre, il diritto alla salute è indisponibile, cioè non può essere oggetto di rinuncia.
- Da oltre un anno non si riunisce l’assemblea condominiale. L’amministratore può chiedere il pagamento delle quote? Sì. Secondo la giurisprudenza, la mancata convocazione dell’assemblea condominiale per l’approvazione del bilancio consuntivo non impedisce la riscossione delle quote mensili. Tuttavia in questo caso il decreto ingiuntivo eventualmente concesso dal giudice al condominio non sarà “provvisoriamente” esecutivo. In pratica, avrai 40 giorni di tempo per pagare (quando, di solito, dinanzi a un decreto ingiuntivo del condominio bisogna pagare subito dopo la sua notifica).
- Se si ha la maggioranza si può cambiare amministratore di condominio in qualsiasi momento? No. È necessaria la maggioranza dei presenti che rappresenti almeno la metà dei millesimi dell’intero condominio. In ogni caso, se la revoca non è dettata da una giusta causa, bisogna pagare all'amministratore il compenso per la residua parte del mandato.
- Si può andare in due sul monopattino elettrico? No. Una recente riforma lo vieta.
- Una villa bifamiliare con due diversi proprietari si può considerare un condominio? Sì. Il condominio si forma in automatico tutte le volte in cui un immobile appartiene almeno a due persone diverse, dovendo queste dividere parti comuni come il tetto e le fondamenta.
- Se dividi il tuo appartamento in due devi pagare più quote millesimali al condominio? No. I millesimi del precedente appartamento vengono divisi e riproporzionati secondo le dimensioni dei due appartamenti risultanti dalla divisione.
- Conviventi si lasciano. Uno dei due può buttare fuori dalla porta vestiti e cianfrusaglie dell'altro? No. Non almeno nell'immediato. Deve prima dargli un termine per sgomberare l’appartamento. Alla scadenza, può lasciare i relativi oggetti in un deposito a sue spese.
- Si può fissare la residenza dove si vuole? No. La residenza deve essere per forza stabilita dove si vive per gran parte dell’anno (la cosiddetta “dimora abituale”). Chi indica all’ufficio anagrafe una residenza diversa commette reato di falso in atto pubblico. Inoltre la posta si considera validamente consegnata all’indirizzo indicato, anche se non ritirata.
- Se si commette un reato si può essere perdonati dal giudice? Si. Se il reato è punito con la reclusione nel massimo a non più di 5 anni e/o con una pena pecuniaria e il reo non è “abituale” (cioè non ha commesso più volte il reato) si ottiene l’archiviazione del procedimento penale. Ma ciò solo a patto che le conseguenze del reato vengano ritenute dal giudice “tenui”. È ciò che si definisce “particolare tenuità del fatto”.