Se una famiglia vuol trasferirsi ma il figlio minore no, può restare dove si trova (magari a casa di parenti)?
No. Finché è minore, il figlio deve convivere coi genitori, salvo diversa loro autorizzazione.
Domande correlate
- Un genitore vuol pubblicare su un social le foto del proprio figlio di 14 anni. Può farlo senza chiedere il consenso all'altro genitore? Si. Può farlo col consenso del figlio stesso. Da 14 anni in poi si può validamente dare il consenso al trattamento dei propri dati sui social anche se si è minorenni.Se il figlio ha invece 13 anni o meno è necessario il consenso di entrambi i genitori per la pubblicazione di foto sui social.
- Se ti assenti dal lavoro per depressione devi restare a casa per la visita fiscale? Si. Devi rispettare le fasce orarie di reperibilità. Tuttavia, al termine delle ore della reperibilità, il disturbo psichico non impedisce di svolgere altre attività "leggere" come una passeggiata.
- Si può restare al lavoro dopo l'età pensionabile? Si. La prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i 67 anni è possibile solo se c'è un accordo tra l'azienda ed il dipendente.
- Un figlio che vive ancora a casa dei genitori deve contribuire alle spese di casa se lavora e prende uno stipendio? Si. La legge lo obbliga ad aiutare la famiglia in proporzione alle sue capacità economiche.
- Tuo padre ti vuol prestare l’uso della sua casa: dovete andare dal notaio? No. Il contratto di comodato può essere formalizzato anche verbalmente.
- Si può vendere una casa ricevuta in eredità se si è in maggioranza? No. Per la vendita di un bene in comunione ereditaria è necessario che vi sia l’unanimità di tutti i comproprietari. Chi vuol quindi liberarsi dalla propria quota può chiedere al tribunale di disporre la divisione forzata della comunione. In tal caso, se la divisione del bene non è possibile in natura, il tribunale procede alla sua vendita forzata e a dividere il ricavato tra gli eredi.
- Se la polizia ti trova in possesso di uno sfollagente ti può denunciare? Si. Commetti un reato. Pertanto, subisci un processo penale per uso di arma impropria non giustificato.
- In caso di divorzio, la moglie o la compagna deve restituire al marito le spese da questi sostenute per la famiglia e la casa? No. Le spese modeste (in rapporto alle condizioni economiche delle parti) non vanno restituite. Esse rientrano nelle normali prestazioni dovute in conseguenza della solidarietà familiare (si pensi all’acquisto di un divano, di un televisore, ecc.). Invece, se l’importo è consistente è diritto ottenerne il rimborso (si pensi al versamento di una parte del prezzo per l’acquisto o la ristrutturazione della casa).
- Se il controllore ti trova senza il biglietto, può ordinarti di scendere subito dall’autobus? Sì. È quindi un falso mito quello secondo cui avresti comunque diritto a finire la corsa. E se non scendi subito dal mezzo pubblico, bloccando la corsa, commetti il reato di interruzione di pubblico servizio.
- Si può chiamare un figlio Gianni Alberto Maria? Sì. Non è possibile dare a un uomo un nome femminile e viceversa. Ci sono due eccezioni. La prima riguarda il nome Andrea che può essere usato per entrambi i sessi. La seconda è per il nome Maria che può essere aggiunto, come secondo nome, in caso di un maschio.
- Un genitore può mandare fuori di casa un figlio con più di 30 anni? Sì. Secondo la Cassazione, si può presumere che a trent’anni lo stato di disoccupazione di un giovane sia colpevole, ossia determinato dalla volontà o dalla colpa di non aver saputo/voluto accettare offerte lavorative congrue.
- Si può dare a un figlio il nome Gianni Alberto Maria Edoardo? No. Il numero massimo di nomi che si può dare ad un bambino è tre.