Se stai passeggiando tranquillamente, la polizia può fermarti e chiederti di identificarti pur non essendoci alcun sospetto di reato?
Si. La Polizia è autorizzata a identificare i passanti a piedi chiedendo i documenti. Può fare una perquisizione personale solo se ci sono dei gravi indizi oppure se richiesto da un giudice. Ad un posto di controllo o di blocco stradale, può controllare i documenti del conducente, le condizioni di sicurezza dell’auto ed il possesso degli accessori obbligatori come il triangolo o il giubbino di sicurezza. Può anche perquisire l’auto. In caso di rifiuto, si rischiano delle multe e delle decurtazioni dei punti della patente a vario titolo. Si può anche disporre il blocco dell’auto se non lo si ritiene in condizioni di sicurezza.
Domande correlate
- Se un tuo amico sta fumando una canna e tu sei con lui, la polizia potrebbe chiederti di identificarti? Si. Tuttavia, non sarai sanzionato se non c’è prova che facevi uso della droga.
- La polizia può fermarti se non hai pagato il bollo auto e impedirti di circolare? No. Non spetta alla polizia fare i controlli e le verifiche sul pagamento del bollo auto. Il bollo auto è un'imposta e come tale il relativo pagamento viene accertato dell'ente titolare del credito (che di norma è la Regione, non certo la polizia).
- Sei sul pullman senza biglietto. Il controllore può bloccarti in attesa che arrivi la polizia a identificarti? No. Anche se il controllore è un pubblico ufficiale non può arrestarti in attesa della polizia, né può costringerti fisicamente a restare sull’autobus.
- Circoli con la patente sospesa: stai commettendo un reato? No. Subirai solo una sanzione amministrativa. La pena consiste nel pagamento di una somma da 2050 a 8202 euro. Oltre subirai la revoca della patente e il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi. In caso di reiterazione della violazione l'auto viene espropriata e diventa di proprietà dello Stato.
- Se butti carte per strada la polizia può multarti? Sì. Scatta una multa da 30 a 150 euro. Se però si tratta di mozziconi di sigarette e sigari, la multa è raddoppiata e va da 60 a 100 euro.
- L'ufficiale giudiziario può chiederti dove sia la cassaforte in casa e intimarti di aprirla? Si. L'ufficiale giudiziario può chiedere l'apertura forzata della cassaforte e, se vi trova dei soldi o dei gioielli, è tenuto a pignorarli perché sono i beni di più facile vendita.
- Se fai un incidente e l'altro conducente, pur ferito, ti dice che sta benissimo, puoi andare via? No. Se ci sono feriti, devi sempre aspettare la polizia anche se ti sembra che tutti stiano bene, altrimenti commetti il reato di fuga.
- Se fai un incidente stradale o investi un passante la polizia può pretendere di vedere il tuo cellulare per verificare se, al momento dell’impatto, stavi chiacchierando al telefono o chattando (anche se non ha un mandato del giudice)? Si. Addirittura, in alcune città è diventata una prassi della polizia municipale.
- Se la polizia ti trova in possesso di uno sfollagente ti può denunciare? Si. Commetti un reato. Pertanto, subisci un processo penale per uso di arma impropria non giustificato.
- Un poliziotto ti vede bere alcol ma sei minorenne. Può chiederti i documenti e se non li hai portarti in questura? Si. Anche se il minore non commette alcun illecito nel momento in cui beve alcolici (lo commetterebbe chi glieli ha venduti) deve comunque identificarsi a richiesta. E se il poliziotto ha il sospetto che menta (come nel caso in cui il soggetto dica di essere maggiorenne ma non lo è) può accompagnarlo in questura per l'identificazione.
- Autovelox in città: se la polizia non ti ferma, la multa è nulla? Si. A seguito di una recente riforma, gli accertamenti della velocità sulle strade urbane possono avvenire anche con contestazione differita della contravvenzione.
- Se tuo fratello aiuta economicamente i tuoi genitori poveri e bisognosi può chiederti metà della spesa da lui sostenuta? No. Il diritto a chiedere gli alimenti - che spetta solo in caso di estremo bisogno e di pericolo per la stessa sopravvivenza - compete solo i genitori. Sono questi ultimi quindi a poter agire contro il figlio egoista e non suo fratello. Peraltro, il dovere di contribuire ai bisogni dei genitori indigenti non è in misura paritaria ma in proporzione alle rispettive capacità economiche.