L’amministratore di una società può essere anche dipendente della stessa società?
No. Non almeno nelle società con amministratore unico. Nelle società invece con consiglio di amministrazione ciò è possibile, ma a patto che le mansioni svolte come lavoratore siano diverse da quelle attribuite all’amministratore.
Domande correlate
- Senza soci si può aprire una società? Si. C’è la possibilità di aprire una Srl unipersonale.
- L’amministratore di condominio può intervenire se hai il volume della tv troppo elevato? No. l’amministratore non può interferire nelle questioni relative alle liti tra i singoli condomini (a meno che nel regolamento di condominio sia inserito un limite ai rumori). Egli è solo garante del regolamento e tutore delle parti comuni dell’edificio. Non può quindi immischiarsi in una lite tra due o più condomini, come quelle sui rumori provenienti da un appartamento.
- Se l'amministratore di condominio cambia orario della riunione deve comunicarlo con raccomandata? Si. Lo slittamento di orario (anche di poche ore) o di luogo della riunione di condominio va comunicato in modo formale: lettera raccomandata, lettera a mani, pec, fax, telegramma.
- Posto di controllo e posto di blocco della polizia sono la stessa cosa? No. Il posto di controllo è solitamente effettuato da una pattuglia dei carabinieri o della polizia parcheggiata al margine della carreggiata. Il posto di blocco consiste invece nello sbarramento materiale della corsia o della carreggiata con auto della polizia o transenne.
- L’amministratore di condominio può concedere più tempo per pagare le quote ordinarie o straordinarie? No. Nei suoi poteri non c’è quello di transigere controversie. Per dare più tempo ai morosi dovrebbe prima farsi autorizzare dall’assemblea.
- L'amministratore può dire ai creditori del condominio che non hai pagato le tue quote? Sì. Lo prevede la legge. Difatti, se il condominio non può pagare le fatture per causa dei condomini morosi, i loro nomi vanno comunicati ai creditori che, pertanto, sono tenuti a effettuare il pignoramento prima nei loro riguardi e poi nei confronti degli altri condomini virtuosi.
- Da oltre un anno non si riunisce l’assemblea condominiale. L’amministratore può chiedere il pagamento delle quote? Sì. Secondo la giurisprudenza, la mancata convocazione dell’assemblea condominiale per l’approvazione del bilancio consuntivo non impedisce la riscossione delle quote mensili. Tuttavia in questo caso il decreto ingiuntivo eventualmente concesso dal giudice al condominio non sarà “provvisoriamente” esecutivo. In pratica, avrai 40 giorni di tempo per pagare (quando, di solito, dinanzi a un decreto ingiuntivo del condominio bisogna pagare subito dopo la sua notifica).
- Se si ha la maggioranza si può cambiare amministratore di condominio in qualsiasi momento? No. È necessaria la maggioranza dei presenti che rappresenti almeno la metà dei millesimi dell’intero condominio. In ogni caso, se la revoca non è dettata da una giusta causa, bisogna pagare all'amministratore il compenso per la residua parte del mandato.
- Un dipendente in malattia può svolgere un secondo lavoro? Si. Ma a patto che tale attività non pregiudichi la sua convalescenza e non si ponga in concorrenza con quella del proprio datore di lavoro. In caso contrario, egli rischierebbe una sanzione disciplinare che, nei casi più gravi, può consistere nel licenziamento.
- Un datore di lavoro può licenziare un dipendente condannato penalmente? No. Solo quei comportamenti penalmente rilevanti che possono danneggiare il patrimonio o l’immagine dell’azienda possono giustificare un licenziamento in caso di condanna per un reato.
- Si può avere stupro anche senza contatto fisico? Sì. Lo stupro si può configurare anche in presenza di una minaccia o di una violenza morale non necessariamente fisica. È il caso di chi minacci una persona su internet di pubblicare foto intime di quest’ultima ottenute in passato.
- Se un dipendente rompe qualcosa in azienda il datore può chiedergli i danni? Si. Ma prima dovrà fargli una causa. Solo un giudice infatti può quantificare l'importo. Non può farlo unilateralmente il datore di lavoro. Dopo la condanna, il datore può compensare l’importo del risarcimento con la retribuzione anche oltre i limiti del quinto (che si applicano invece in caso di pignoramento dello stipendio).