Insultare una persona in una chat WhatsApp con altre persone è diffamazione?
No. Il fatto che la vittima sia inserita nella chat, anche se in quel momento non è connessa, fa sì che non si possa parlare di diffamazione ma di ingiuria. E l’ingiuria non è un reato, ma solo un illecito civile per il quale si possono solo chiedere i danni. Se però nella chat non è inserita la vittima, si configura il reato di diffamazione.
Domande correlate
- Fotografi un personaggio famoso. Le altre persone che coscientemente gli stanno accanto vanno oscurate se pubblichi la foto? Si. Salvo che questi ti diano il permesso alla pubblicazione.
- I genitori possono leggere le chat WhatsApp dei figli minori? Si. In un’ottica educativa, i genitori possono controllare il cellulare dei figli. Essi infatti hanno il dovere di educare i figli e sono responsabili civilmente dei danni da questi causati a terzi (si pensi ad un atto di cyberbullismo).
- Dire che una persona ha debiti è diffamazione? Si. Secondo la Cassazione, chiamare una persona “moroso” o rivelare i suoi debiti ad almeno due persone in sua assenza costituisce diffamazione. Non è reato se ciò avviene in contesti di soggetti legittimati a conoscere la sua posizione patrimoniale (ad esempio una riunione di condominio o una assemblea dei soci).
- Aggiungi una persona in un gruppo WhatsApp senza prima chiederle il permesso: commetti reato? Sì. Il numero di telefono è un dato personale che non puoi diffondere senza il consenso del titolare.
- Una coinquilina può invitare il proprio ragazzo a dormire se le altre non vogliono? Si. Ma solo se la camera da letto non è condivisa e senza usare il bagno comune. In pratica si può ospitare qualcuno nello spazio riservato ma non in quello condiviso con le coinquiline.
- Se chiedi un parere con e-mail o su una chat a un avvocato e questi ti risponde devi poi pagarlo? Si. Secondo la Cassazione, la prestazione di un professionista si presume sempre a titolo oneroso, salvo patto contrario. Quindi, per non pagare la consulenza devi prima precisare che accetti la prestazione solo se gratuita.
- I messaggi su WhatsApp possono fare prova in un processo? Sì. Il messaggio inviato con WhatsApp è considerato una prova a tutti gli effetti e quindi è idoneo a entrare nel processo anche tramite uno screenshot.
- Scatta la diffamazione se il post offensivo è pubblicato su un profilo chiuso agli estranei? No. La Cassazione ha più volte detto che il reato si consuma indifferentemente sia su un profilo pubblico che privato. L'importante è che ci siano almeno due persone che potenzialmente possano leggere il contenuto.
- È legale partecipare a un gruppo WhatsApp che segnala autovelox e posti di blocco? No. Tale condotta integra un illecito amministrativo. Il codice della strada vieta i navigatori satellitari che rivelano la presenza degli autovelox (802 euro). Questa disposizione viene estesa agli strumenti che segnalano la presenza della polizia.
- Si commette diffamazione se, in un post, non si fa il nome del destinatario delle offese? Si. Si rischia il reato di diffamazione aggravata anche se l’identità della vittima, per quanto non rivelata, sia facilmente intuibile dal contesto.
- Si può pedinare una persona? Sì. Ma solo a condizione che la persona pedinata non si senta minacciata. Altrimenti scatta il reato di molestie in luogo pubblico (Cass. 18117/14).
- È reato sputare in faccia una persona? Si. Ma solo se ciò avviene in pubblico o alla presenza di almeno due persone. Secondo la Cassazione, sputare è come offendere la reputazione di una persona e l'offesa in pubblico costituisce diffamazione. Se non c'è un pubblico tale atto è un semplice illecito civile (ingiuria) che dà diritto al risarcimento.