Il Giudice di Pace è un ufficio a cui rivolgersi per risolvere i problemi coi vicini di casa?
No. Il Giudice di Pace è un normale ufficio giudiziario competente per processi civili entro un valore più limitato o per i reati di minore gravità. Le regole sono quindi molto simili, se non identiche a quelle del tribunale.
Domande correlate
- Se fai ricorso al giudice di pace contro una multa e perdi, sei costretto a pagare il doppio della sanzione? No. L'obbligo di pagare circa il doppio della sanzione scatta solo se perdi il ricorso al Prefetto. Ma potrai sempre fare ricorso, contro la sua ordinanza, entro 30 giorni al Giudice di pace.
- È un diritto portare il cane in ufficio per non lasciarlo solo a casa? No. L’Italia non ha una disciplina specifica sulla possibilità di portare i cani o altri animali domestici in ufficio. Regole e divieti sono stabiliti autonomamente nei regolamenti aziendali.
- Si può registrare una discussione col capo o coi colleghi di lavoro? Si. Ma solo a patto che ciò serva per tutelare i propri diritti in un’aula di tribunale. Il file non può poi essere divulgato in azienda o in qualsiasi altro luogo e con qualsiasi mezzo. L’unico utilizzo è dunque quello giudiziale o per presentare esposti, querele o denunce all’autorità.
- Sei in affitto ma il rumore dei vicini ti rende la vita impossibile. Puoi disdire l'affitto per giusta causa? Si. Secondo la giurisprudenza i rumori intollerabili dei vicini sono una valida ragione per recedere dalla locazione prima del termine. È comunque dovuto il preavviso di sei mesi.
- Per entrare in un palazzo in cui non abiti, devi per forza essere invitato da uno dei residenti? Sì. Diversamente, puoi essere denunciato per violazione di domicilio.
- Il condomino può porre limiti sui soggetti a cui dare in affitto gli appartamenti? No. In generale il condomino non può importi di non affittare casa a determinate categorie di soggetti (ad esempio studenti, imprenditori, extracomunitari, ecc.). Lo potrebbe fare però solo se è prevista uno specifico divieto nel regolamento e sempre che detto regolamento sia stato approvato all'unanimità.
- Il giudice può "perdonare" i minorenni che hanno commesso reati non gravi? Si. Il perdono giudiziale può essere concesso solo quando il minore dovrebbe essere condannato a pena non superiore ai due anni di reclusione e nel caso in cui sia ragionevole presumere che il colpevole si asterrà dal commettere ulteriori reati.
- Si può disconoscere la firma su un documento senza dover andare dal giudice? Sì. Deve essere l’altra parte, quella cioè che vuole avvalersi del documento, ad andare dal giudice per far accertare che la firma è davvero autentica. Per i rogiti dal notaio, vale invece la regola inversa: deve essere chi disconosce la firma a promuovere il giudizio (la cosiddetta «querela di falso»).
- Se si commette un reato si può essere perdonati dal giudice? Si. Se il reato è punito con la reclusione nel massimo a non più di 5 anni e/o con una pena pecuniaria e il reo non è “abituale” (cioè non ha commesso più volte il reato) si ottiene l’archiviazione del procedimento penale. Ma ciò solo a patto che le conseguenze del reato vengano ritenute dal giudice “tenui”. È ciò che si definisce “particolare tenuità del fatto”.
- Se fai dei buchi sul muro dell’appartamento in cui vivi in affitto per appendere i quadri, alla scadenza del contratto devi stuccare le pareti? No. Se il contratto di locazione non prevede diversamente, non spetta all'inquilino il rifacimento delle pareti, compresa la pittura.
- Casa in comproprietà. Se uno dei titolari ha debiti, la casa può essere ipotecata a danno degli altri? Sì. L’ipoteca viene iscritta sull’intero bene, anche se entro il valore del debito (aumentato della metà). Ad esempio, se uno dei titolari ha un debito di 10mila euro, l’ipoteca può arrivare a 15mila euro. La casa si venderà all’asta per intero nonostante la comproprietà (a meno che non sia divisibile in natura). Ai comproprietari andrà una parte del prezzo ricavato dalla vendita, pari alla loro quota di comproprietà.
- Un figlio che vive ancora a casa dei genitori deve contribuire alle spese di casa se lavora e prende uno stipendio? Si. La legge lo obbliga ad aiutare la famiglia in proporzione alle sue capacità economiche.