Il datore di lavoro può controllare la cronologia Internet del dipendente?
Si. Non è neanche necessario l’accordo con i sindacati o l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro. Lo prevede il Jobs Act. Il dipendente però deve essere prima informato di tale possibilità. Non è invece necessaria neanche la comunicazione preventiva se ci sono prove di comportamenti illeciti del lavoratore.
Domande correlate
- Il datore di lavoro può spiare il dipendente dopo che è uscito dal lavoro? Si. Il divieto di spiare i lavoratori vale solo dentro i cancelli dell’azienda. Dopodiché, è possibile incaricare un investigatore privato.
- Un datore di lavoro può licenziare un dipendente condannato penalmente? No. Solo quei comportamenti penalmente rilevanti che possono danneggiare il patrimonio o l’immagine dell’azienda possono giustificare un licenziamento in caso di condanna per un reato.
- Se un dipendente subisce una malattia che lo rende inabile alla sua mansione, il datore di lavoro può licenziarlo? Si. Tuttavia, il datore deve prima verificare se può adibire il dipendente a mansioni differenti che siano compatibili con la sua salute e la sua formazione. Per fare ciò non deve però modificare le mansioni di altri dipendenti.
- Se un dipendente rompe qualcosa in azienda il datore può chiedergli i danni? Si. Ma prima dovrà fargli una causa. Solo un giudice infatti può quantificare l'importo. Non può farlo unilateralmente il datore di lavoro. Dopo la condanna, il datore può compensare l’importo del risarcimento con la retribuzione anche oltre i limiti del quinto (che si applicano invece in caso di pignoramento dello stipendio).
- La sanzione disciplinare del rimprovero verbale resta nel curriculum del dipendente? No. È l'unica sanzione per la quale non si possa applicare la recidiva.
- Se ci sono sospetti che un dipendente rubi, il datore può mettere telecamere segrete? Si. In generale, le telecamere sul lavoro possono essere installate solo previo accordo con i sindacati o, in mancanza di questi, con l’autorizzazione dell'ispettorato del lavoro, previa apposizione di cartelli di avviso, e solo per finalità di tutela della produzione, del lavoro o del patrimonio dell'azienda.Tuttavia, secondo numerose sentenze, se c'è il sospetto che un dipendente rubi, il datore può installare la telecamera di controllo, senza avvisi e senza intese con i sindacati (sono i cosiddetti “controlli difensivi”).
- Un dipendente in malattia può svolgere un secondo lavoro? Si. Ma a patto che tale attività non pregiudichi la sua convalescenza e non si ponga in concorrenza con quella del proprio datore di lavoro. In caso contrario, egli rischierebbe una sanzione disciplinare che, nei casi più gravi, può consistere nel licenziamento.
- Si possono avere due contratti di lavoro part-time con lo stesso datore di lavoro? Si. Secondo il ministero del Lavoro e la Cassazione ciò è possibile a patto che le mansioni siano completamente diverse e vi sia un effettivo interesse dell’azienda.
- Il datore di lavoro può installare telecamere senza dire nulla ai dipendenti? Si. Ma solo nei casi in cui ci siano già fondati sospetti nei confronti di uno specifico dipendente. Quindi, le telecamere non possono essere usate nei confronti di tutti i dipendenti indistintamente e in via preventiva.
- Il tuo nuovo datore di lavoro può sapere se in precedenza sei stato licenziato? Si. Dai centri per l'impiego è possibile sapere se il lavoratore viene da un precedente licenziamento. Non è possibile però sapere quale sia stata la causa del licenziamento. Né è possibile chiederlo al dipendente stesso.
- La telecamera dell’autovelox può controllare il rispetto dell’obbligo di assicurazione e revisione per poi sanzionare eventuali inadempienze? No. A livello tecnico è possibile incrociare i dati delle targhe rilevate dall'autovelox con gli archivi delle revisioni e delle assicurazioni. Tuttavia, attualmente, gli autovelox e sono omologati e approvati solo per rilevare la velocità; perciò, non possono essere utilizzati per altri scopi.
- Se il datore di lavoro non ti versa i contributi li puoi recuperare? Si. Se i mancati versamenti si riferiscono a contributi che dovevano essere versati meno di 5 anni fa il lavoratore deve informare immediatamente l’Inps che, insieme all'Agenzia delle Entrate, provvederà a effettuare la verifica dei versamenti del datore di lavoro.Sei i contributi non versati risalgono a più di 5 anni prima, allora diventa tutto più complicato, perché cadono in prescrizione. In questo caso si possono tentare due strade: l'azione giudiziaria o la domanda di riscatto.