I genitori possono leggere le chat WhatsApp dei figli minori?
Si. In un’ottica educativa, i genitori possono controllare il cellulare dei figli. Essi infatti hanno il dovere di educare i figli e sono responsabili civilmente dei danni da questi causati a terzi (si pensi ad un atto di cyberbullismo).
Domande correlate
- I figli pagano le multe dei genitori se questi muoiono? No. Le multe e tutte le sanzioni amministrative, come quelle penali, non si trasmettono ai figli.
- Insultare una persona in una chat WhatsApp con altre persone è diffamazione? No. Il fatto che la vittima sia inserita nella chat, anche se in quel momento non è connessa, fa sì che non si possa parlare di diffamazione ma di ingiuria. E l’ingiuria non è un reato, ma solo un illecito civile per il quale si possono solo chiedere i danni. Se però nella chat non è inserita la vittima, si configura il reato di diffamazione.
- I messaggi su WhatsApp possono fare prova in un processo? Sì. Il messaggio inviato con WhatsApp è considerato una prova a tutti gli effetti e quindi è idoneo a entrare nel processo anche tramite uno screenshot.
- Esiste una legge che obbliga i figli minorenni a obbedire ai genitori? Si. Si tratta dell'articolo 315 bis del Codice civile: il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa.Anche se l'articolo 315-bis del Codice civile stabilisce che il figlio minorenne deve rispettare i genitori, la violazione di questa norma non è punita con alcuna sanzione.
- È dovere dei figli mantenere un genitore disabile? Si. Ma tale dovere scatta solo se il genitore è in una condizione di difficoltà economica oggettiva tale da mettere a repentaglio la sua stessa sopravvivenza (pensa a un disabile che non può più lavoratore). In tal caso, scatta l’obbligo di versare gli alimenti al genitore la cui violazione può essere sanzionata anche penalmente. Gli alimenti consistono in una somma proporzionata alle capacità del soggetto obbligato (il figlio).
- I figli non conviventi con il genitore possono essere considerati fiscalmente a carico? Si. Essi possono anche non convivere con il contribuente e possono risiedere all'estero ma il loro reddito annuale non deve superare una determinata soglia. In particolare, una persona si considera fiscalmente a carico di un suo familiare quando dispone di un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Solo per i figli di età non superiore a 24 anni, dal 1° gennaio 2019 questo limite è aumentato a 4.000 euro.
- Se una coppia vive in casa dei genitori di uno dei due, in caso di separazione il giudice può assegnare la casa alla moglie? Si. Infatti l’assegnazione della casa familiare riguarda anche le ipotesi in cui l’immobile sia di proprietà altrui e venga concesso in comodato. Il fatto che la casa sia di proprietà dei suoceri non ne esclude l’assegnazione all’ex moglie se presso di lei vanno a stare i figli.Per evitare questo effetto è necessario che il contratto di comodato sia scritto e abbia una data di scadenza.
- Un fratello può obbligare l'altro a prendersi cura dei genitori indigenti e bisognosi? No. È vero che esiste l'obbligo degli alimenti nei confronti dei genitori anziani e malati, ma l'adempimento può essere chiesto solo da questi ultimi e da nessun altro.
- La casa donata dai genitori entra nella comunione legale dei coniugi? No. I beni che provengono da una donazione o da una eredità non entrano mai nella comunione tra coniugi. Pertanto, se tuo padre ti regala una casa, anche se sei già sposato, questa è solo tua e non andrà divisa al momento del divorzio.
- Possono i genitori impedire al figlio di seguire un corso di studi che non condividono? No. Lo dice l'articolo 30 della Costituzione. Anche la Convenzione europea dei diritti dell'uomo stabilisce che il diritto del genitore di educare i figli secondo le proprie idee e convinzioni trova un limite nel rispetto della personalità del figlio. Nella famiglia moderna i genitori dovrebbero essere capaci di realizzare un bilanciamento tra le proprie idee e le tendenze e le aspirazioni dei figli.Costituirebbe quindi non tanto violazione delle norme, ma soprattutto un danno psicologico per i figli, se un genitore, ad esempio, imponesse una scelta non condivisa, che sia un percorso di studi o un matrimonio, o reprimesse l'eventuale natura…
- Un figlio, con poco più di 20 anni, viene licenziato. Gli spetta il mantenimento dei genitori? No. Una volta raggiunta l'indipendenza economica - a prescindere dalla durata del lavoro - il genitore perde ogni obbligo nei confronti del figlio che pertanto non può chiedere di nuovo il mantenimento.
- Un figlio che vive ancora a casa dei genitori deve contribuire alle spese di casa se lavora e prende uno stipendio? Si. La legge lo obbliga ad aiutare la famiglia in proporzione alle sue capacità economiche.